sabato 16 agosto 2008

venerdì 18 aprile 2008

Anime dormienti




Poesie di: Kahlil Gibran. Poeta Palestinese

La mente soppesa e misura,
ma è lo spirito che giunge al cuore della vita
e ne abbraccia il segreto;
e il seme dello spirito è immortale.
Il vento puo' soffiare e placarsi,
e il mare fluire e rifluire:
ma il cuore della vita
è sfera immobile e serena,
e in quel punto rifulge
una stella che è fissa in eterno.

SOFFERENZA

Il tuo dolore è lo spezzarsi del guscio
che racchiude la tua capacità di comprendere.
E se potessi mantenere il cuore
sospeso in costante stupore
ai quotidiani miracoli della vita,
il dolore non ti sembrerebbe
meno meraviglioso della gioia;
e accetteresti le stagioni del tuo cuore,
come hai sempre accettato
le stagioni che passano sui tuoi campi

Dio mi guardi dall'uomo
che si proclama fiaccola
che illumina il cammino dell'umanità.
Ben venga l'uomo che cerca il suo cammino
alla luce degli altri.

RITORNAR BAMBINI
Le cose che il bambino ama
rimangono nel regno del cuore
fino alla vecchiaia.
La cosa più bella della vita
è che la nostra anima
rimanga ad aleggiare
nei luoghi dove una volta
giocavamo.

I FIGLI




I FIGLI

I tuoi figli non sono figli tuoi,
soni i figli e le figlie della vita stessa.
Tu li metti al mondo, ma non li crei.
Sono vicino a te, ma non sono cosa tua.
Puoi dar loro tutto il tuo amore,
non le tue idee, perché essi
hanno le proprie idee.
Puoi dar dimora al loro corpo
Non alla loro anima.
Perché la loro anima abita nella casa
Dell’avvenire, dove a te non è permesso
Di entrare neppure in sogno.
Puoi cercare di somigliare loro,
ma non volere che somigliano a te,
perché la Vita non ritorna indietro
e non si ferma a ieri.
Tu sei l’arco che lancia
I figli verso il domani.
L’arciere vede il bersaglio sulla linea
Dell’infinito, e con forza vi tende,
perché le frecce vadano rapide e lontane.
E che il vostro tendervi nella mano
dell’arciere avvenga nella gioia; perché,
come ama le frecce che volano,
cosi ama l’arco che sta fermo.

Kahlil Gibran

giovedì 17 aprile 2008

il nostro subcosciente



16/4/08

Coltivare le incertezze, per farcene una ragione, questo è il tema della psicologa che fa lezione all’unitre: Un tema che ci ha visti molto spesso in conflitto con la stessa psicologa.
Il mio punto di vista: e’ molto difficile rimuovere dalla nostra cultura acquisita quelle certezze che ci siamo creati nel corso della nostra vita.
Certezze che molto spesso ci vedono prendere posizione su vari argomenti come: omosessualità, razzismo, religioni diverse dalla nostra, oppure semplicemente di come si vestono i giovani, su quelli che si mettono anelli o brillantini al naso ecc…
Da quando siamo nati, abbiamo acquisito questi temi e li abbiamo interiorizzati in noi, se gli adulti che ci stavano intorno avevano dei pregiudizi sui temi trattati sopra li facevamo anche nostri, poi nella nostra crescita culturale li abbiamo rimossi e abbiamo coltivato la certezza, che non siamo razzisti, che la diversità l’accettiamo, come pure tutto il resto.
Ma in noi nel nostro subcosciente, quelle certezze non sono state cancellate ma solamente nascoste.
Allora può succedere che in certe situazioni, dal nostro subcosciente possono affiorare quelle certezze che in un certo periodo della nostra vita avevamo fatte nostre.
Ciao Salvo

venerdì 4 aprile 2008

sabato 1 marzo 2008

IL TEMPO ESISTE?




IL TEMPO

Teoria del tempo inesistente
di
Davide Montorsi


Il tempo non esiste. Per capire questo concetto bisogna analizzare diversi bivi di pensiero che siamo indotti a seguire nella nostra abitudine. La parola “abitudine” è molto importante, e già questo non è abitudine. Il tempo non esiste. Basta capire l’infinito. Infatti l’universo è infinito. Infinito. Vuol dire che non ci sono limiti di spazio, di materia, di tempo. Poiché se l’universo è sempre stato infinito allora non è mai nato. Big Ben? Forse è la generazione dei pianeti, ma non dello spazio, poiché non vi è una nascita di tutto, perché allora significa che prima del tutto esisteva il nulla, e dal nulla non può nascere qualcosa, perché è immutabile, fisso. La mancanza di materia non genera nulla. Quindi l’universo esiste da sempre, a parte i pianeti, l’universo è sempre esistito, sempre significa infinità del tempo. Non c’è passato presente o futuro, perché tutto esiste da sempre, da sempre, da sempre. Non è mai nato, è sempre esistito. Il problema di capire questo concetto risiede nella nostra natura. Noi, a differenza dell’universo, siamo nati e moriremo. Noi abbiamo una data di nascita, e ne avremo una di morte. Noi abitiamo sulla terra, che non si estende in una superficie illimitata, ma su una sfera, quindi è limitata. Il mare finisce, la terra finisce, la casa è delimitata dall’aiuola, le strade dai marciapiedi, il giorno dalle ore (il giorno, l’ora, i minuti e i secondi sono solo unità di misura, se togli le pile dall’orologio non si ferma la terra, non smetti di invecchiare, i secondi sono solo lancette che si muovono regolarmente e basta, serve per facilitare il nostro io organizzativo, e null’altro). Quindi noi siamo cresciuti in un mondo limitato, e ogni giorno ci interrompe con il sonno, con la notte, con la porta da aprire e chiudere, con la nostra proprietà privata. L’oceano è immenso, ma è finito. Siamo così abituati ad avere a che fare con le cose misurabili che non possiamo renderci realmente conto di cosa significa “infinito”. Infinito. Forse così ci possiamo rendere conto di quanto siamo infinitamente piccoli, di quanto le nostre vite siano infinitamente corte, e i nostri problemi infinitamente inutili. Forse è per questo che non vogliamo capire, ci crediamo grandi e non lo siamo. Questa maniera di spiegare le cose in maniera aforistica rispetto ai loro concetti infinitamente pesanti forse può renderci più chiara la visione dell’infinito, del senza misura. Anche perché se ci pensate bene nulla è misurabile, noi misuriamo in numeri, e questi avranno sempre sottomultipli, un’infinità di sottomultipli incalcolabili. Noi siamo abituati al susseguirsi ripetitivo con la nostra routine giornaliera, che segue e si rincorre proprio come il movimento delle lancette e la notte causata dall’oscuramento del sole da parte della terra stessa che gira intorno ad esso regolarmente e regolarmente gira su se stessa con un calcolo approssimativo di giorni ed ore che ci costringono all’anno bisestile ed all’ultimo giorno d’estate, che ci fa contare i giorni mancanti alle vacanze scolastiche, i minuti all’ora di matematica, i secondi dell’interrogazione. Ma come ho detto per capire il concetto bisogna disabituarsi di tutto ciò. Il tempo non esiste, se invecchiamo è perché abbiamo una scadenza come tutte le cose