sabato 1 marzo 2008

IL TEMPO ESISTE?




IL TEMPO

Teoria del tempo inesistente
di
Davide Montorsi


Il tempo non esiste. Per capire questo concetto bisogna analizzare diversi bivi di pensiero che siamo indotti a seguire nella nostra abitudine. La parola “abitudine” è molto importante, e già questo non è abitudine. Il tempo non esiste. Basta capire l’infinito. Infatti l’universo è infinito. Infinito. Vuol dire che non ci sono limiti di spazio, di materia, di tempo. Poiché se l’universo è sempre stato infinito allora non è mai nato. Big Ben? Forse è la generazione dei pianeti, ma non dello spazio, poiché non vi è una nascita di tutto, perché allora significa che prima del tutto esisteva il nulla, e dal nulla non può nascere qualcosa, perché è immutabile, fisso. La mancanza di materia non genera nulla. Quindi l’universo esiste da sempre, a parte i pianeti, l’universo è sempre esistito, sempre significa infinità del tempo. Non c’è passato presente o futuro, perché tutto esiste da sempre, da sempre, da sempre. Non è mai nato, è sempre esistito. Il problema di capire questo concetto risiede nella nostra natura. Noi, a differenza dell’universo, siamo nati e moriremo. Noi abbiamo una data di nascita, e ne avremo una di morte. Noi abitiamo sulla terra, che non si estende in una superficie illimitata, ma su una sfera, quindi è limitata. Il mare finisce, la terra finisce, la casa è delimitata dall’aiuola, le strade dai marciapiedi, il giorno dalle ore (il giorno, l’ora, i minuti e i secondi sono solo unità di misura, se togli le pile dall’orologio non si ferma la terra, non smetti di invecchiare, i secondi sono solo lancette che si muovono regolarmente e basta, serve per facilitare il nostro io organizzativo, e null’altro). Quindi noi siamo cresciuti in un mondo limitato, e ogni giorno ci interrompe con il sonno, con la notte, con la porta da aprire e chiudere, con la nostra proprietà privata. L’oceano è immenso, ma è finito. Siamo così abituati ad avere a che fare con le cose misurabili che non possiamo renderci realmente conto di cosa significa “infinito”. Infinito. Forse così ci possiamo rendere conto di quanto siamo infinitamente piccoli, di quanto le nostre vite siano infinitamente corte, e i nostri problemi infinitamente inutili. Forse è per questo che non vogliamo capire, ci crediamo grandi e non lo siamo. Questa maniera di spiegare le cose in maniera aforistica rispetto ai loro concetti infinitamente pesanti forse può renderci più chiara la visione dell’infinito, del senza misura. Anche perché se ci pensate bene nulla è misurabile, noi misuriamo in numeri, e questi avranno sempre sottomultipli, un’infinità di sottomultipli incalcolabili. Noi siamo abituati al susseguirsi ripetitivo con la nostra routine giornaliera, che segue e si rincorre proprio come il movimento delle lancette e la notte causata dall’oscuramento del sole da parte della terra stessa che gira intorno ad esso regolarmente e regolarmente gira su se stessa con un calcolo approssimativo di giorni ed ore che ci costringono all’anno bisestile ed all’ultimo giorno d’estate, che ci fa contare i giorni mancanti alle vacanze scolastiche, i minuti all’ora di matematica, i secondi dell’interrogazione. Ma come ho detto per capire il concetto bisogna disabituarsi di tutto ciò. Il tempo non esiste, se invecchiamo è perché abbiamo una scadenza come tutte le cose